Lucia ti aspetta abbracciata a una pastiera napoletana o teneramente innamorata di una dozzina di cupcake appena glassati.
Se poi le si concede il tempo di scoprire i tuoi gusti, sa dirigere il tuo sguardo nei ripiani di legno bianco alle sue spalle per trovare il dolce che ti spetta. Con Lucia ci si dimentica di essere in pieno centro di Milano e, per la precisione, a Brera - il quartiere degli artisti- e si viene catapultati in un mondo colorato fatto di marmellate, miele, tè, mandorle e nocciole ricoperte di cioccolato e tanto altro.
No, anzi, il “tanto altro” è esattamente di fronte agli occhi di questa venticinquenne napoletana, perché sono i suoi clienti e il mondo di desideri dolci che portano con sé. Lucia si diverte a interpretarli, ascoltarli e suggerirli soprattutto quando, a varcare la soglia, sono i bambini.
Entrano come tornado nel piccolo negozio, incuranti dei richiami di madri e tate che se li sono visti sparire in un battibaleno per appostarsi di fronte alle vetrinette della caffetteria.
Accanto alla proprietaria, poi, fa capolino anche l’espressione divertita di Pina, la madre che dal laboratorio dove stava glassando alcuni biscotti o preparando una delle sue memorabili torte, non vede l’ora di cogliere in flagranza di reato gourmet i piccoli ospiti.
Madre e figlia si dedicano loro, ne ascoltano i discorsi spesso concitati e per questo incomprensibili ai più. Da fuori sembra impossibile, ma le donne sanno decifrarne il linguaggio trovando la risposta dolce alle loro richieste.
Una fetta di torta di mele o di crostata, un biscotto con gocce di cioccolato, un muffin o un coloratissimo macaron sono un sorriso che illumina immediatamente il volto del bambino e ne colora le labbra di zucchero o cioccolato.
Pina soddisfatta torna nel suo “antro” e qui continua a seguire le indicazioni delle ricette che tiene raccolte in quaderni scritti a mano. Il lavorare dalle 6 del mattino non sembra mai pesarle, ma anzi si muove agilmente tra stampi e glassature raccontando, come un hobby iniziato vent’anni prima si sia trasformato in una professione: inizialmente un catering per le amiche e ora una caffetteria, inaugurata nel gennaio del 2010. Sì perché Pina si è fatta convincere da Lucia, che il suo talento doveva esprimersi grazie all’iniziativa imprenditoriale della figlia.
In poco più di 80 mq disposti tra il negozio e il magazzino sottostante, le due donne hanno fatto sì che Napoli incontrasse felicemente Milano, Londra e Parigi. La materia prima di qualità, il recruting di aziende e relative leccornie, l’occhio attento a come soddisfare i clienti sono prerogativa di Lucia. Competenze che la ragazza è andata maturando nel corso dei suoi studi e della sua precedente esperienza lavorativa. Una laurea in economia all’Università Cattolica di Milano, un master tra Parigi e l’Italia e un’esperienza nell’ambito della moda e dell’ufficio stampa hanno fatto sì che la giovane imprenditrice si convincesse che era arrivato il momento di aprire il locale dei suoi sogni. La fortuna poi ha voluto che in una piccola via pedonale di Brera ci fosse la location migliore.
La scelta dell’arredamento, la sicurezza di una madre ottima chef e pasticciera sono stati i cardini di un’attività che, nel giro di 10 mesi è andata acquistando una propria identità, plasmandosi intorno alle personalità di madre e figlia. Basta prestare attenzione a quanto gli scaffali svelano quasi timidamente: edizioni rare di libri di cucina o di romanzi di Jules Verne, ninnoli regalati da clienti già affezionati e assidui.
Entrare in Di viole e di Liquirizia è cercare l’abbraccio di una pastiera napoletana o di un omino di zenzero, è affondare il cucchiaio in una cremosa cioccolata calda e magari aspettare che le prime luminarie di Natale si accendano insieme a nuovi desideri golosi.
Di Viole di Liquirizia
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Milano
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Claudia Orlandi
